CAIXAFORUM BARCELONA di Arata Isozaki | Barcellona, Spagna

di Gabriele Agus | Articolo originariamente pubblicato su:
Barcellona (Architetture e Interni Urbani, vol. 7), maggio 2017
Corriere della Sera, Abitare Magazine, Politecnico di Milano

Gabriele Agus - DISAGUS
4 min readOct 9, 2023
Foto: Nicolas Janberg / Structurae.net

DOVE:
Avinguda de Francesc Ferrer i Guàrdia, 6–8, Barcellona
DATA:
1909–1912 (edificio originale), 2000–2002
CHI:
Josep Puig i Cadafalch (1867–1956) (edificio originale)
Roberto Luna • Rorbert Brufau • Arata Isozaki

Trasformato dapprima da fabbrica tessile a deposito dell’Esposizione Internazionale del 1929, e quindi in caserma del Corpo nazionale di polizia, negli anni che hanno preceduto l’ultimo intervento progettuale l’attuale CaixaForum è diventato un semplice parco mezzi, lasciato in stato di degrado. Dal 1976 è Patrimonio Culturale di Interesse Nazionale e nel 1999 vive una rinascita come centro culturale cittadino

La sede del centro culturale CaixaForum ha una storia molto articolata ed è stata interessata da diversi interventi progettuali nel corso del tempo. Opera dell’architetto Josep Puig i Cadafalch, uno degli esponenti del Modernismo catalano, la Fábrica Casaramona viene costruita tra il 1909 e il 1912 per un produttore di cotone. Nei suoi aspetti originali, ancora visibili, si caratterizza come edificio industriale modernista, stile ormai ben consolidato all’epoca, con prevalente sviluppo orizzontale, secondo i principi della «fabbrica modello» di Puig con navate a pianta rettangolare e un sistema di strade interne.

Due torri contenenti cisterne d’acqua agiscono da dispositivo antincendio. Elementi distintivi della costruzione sono i mattoni a vista e le arcate dei padiglioni, ripresi da Lluís Domènech i Montaner. Dopo il fallimento dell’azienda di cotone e i successivi cambiamenti di destinazione d’uso, a metà degli anni Novanta la Fondazione La Caixa, che aveva acquistato l’intero complesso anni prima, ne commissiona un grande restauro conservativo dell’architettura originaria che viene comunque fortemente modernizzata al fine di ospitare le nuove funzioni del centro culturale.

Il restauro si articola in tre frasi: in un primo momento, l’esperto di Modernismo Francisco Javier Asarta è incaricato di recuperare l’aspetto originale degli elementi decorativi in pietra, in mattone e in ferro, eliminando tutte le aggiunte improprie operate nel corso degli anni. Successivamente, gli architetti Roberto Luna e Robert Brufau progettano il vestibolo sotterraneo e adattano le lunghe navate della fabbrica a fini espositivi. In questa fase si coniugano aspetti architettonici differenti, facendoli dialogare tra loro in un equilibrio tra rispetto dell’opera ed esigenze progettuali. La linearità delle grandi navate è interrotta a quote diverse, una scelta che ha permesso di articolare il progetto con una nuova distribuzione interna al corpo originale, anche grazie al riposizionamento dell’ingresso.

Nell’ultima fase l’architetto Arata Isozaki realizza ciò che oggi distingue il CaixaForum. Intervenendo nuovamente sul vestibolo sotterraneo, progetta nuovi spazi e servizi, anch’essi ipogei, come il cortile antistante l’ingresso sul quale si erge la struttura che funge da elemento cardine dell’intero progetto: una pensilina in acciaio Corten e vetro, un albero i cui rami disegnano geometrie irregolari, estendendosi L’ingresso 58 | Barcellona fino alla copertura vetrata. Una volta oltrepassata questa grande scultura, un sistema di scale, ascensori e scale mobili all’ingresso collega i due livelli.

Il cortile sotterraneo, caratterizzato da geometrie regolari e pulite, è completamente rivestito in pietra bianca calcarea ed è un omaggio al Padiglione Tedesco di Mies van der Rohe, progettato nel 1929 e ricostruito per i Giochi Olimpici del 1992, proprio dall’altro lato di Calle Marqués de Comills, strada su cui si erge il centro culturale. Arata Isozaki, a completamento del suo intervento, progetta altri spazi del centro culturale: un auditorium, la mediateca, i depositi e i servizi interni.

L’AUDITORIUM POLIFUNZIONALE PER 340 PERSONE, PROGETTATO DA ISOZAKI, È MOLTO VERSATILE E PUÒ ASSUMERE DIVERSE CONFIGURAZIONI: DA CENTRO CONFERENZE A SALA PER CONCERTI A SALA CINEMATOGRAFICA. UNA VETRATA PONE L’AUDITORIUM IN CONTATTO CON L’ESTERNO, METTENDOLO IN RELAZIONE CON IL CENTRO CULTURALE.

IL CORTEN È UNA LEGA DI ACCIAIO COMPOSTA DA RAME, FOSFORO E CROMO, TALVOLTA CON AGGIUNTA DI NICHEL E ALTRI ELEMENTI PER MIGLIORARNE LA RESISTENZA. LA PARTICOLARE PATINA DI OSSIDAZIONE SUPERFICIALE PROTEGGE «NATURALMENTE» IL METALLO: IL PROCESSO DI OSSIDAZIONE SI ARRESTA NEL TEMPO, IMPEDENDO LA FORMAZIONE DELLA RUGGINE E MANTENENDO TUTTE LE FUNZIONI STRUTTURALI. LA RESA ESTETICA FINALE È QUELL A DI UN ACCIAIO ANTICATO, MARRONE, CHE NON PUÒ DEGRADARSI NEL CORSO DEL TEMPO.

Gabriele Agus
© Riproduzione riservata

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Written by Gabriele Agus - DISAGUS

Gabriele Agus, classe 1994 e laureato in Architettura al Politecnico di Milano, si occupa di divulgazione per architettura, design, arte e cultura.

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